Coordinazione genitoriale e gruppi di parola: due strumenti sinergici nella tutela del minore nelle separazioni conflittuali

Genitorialità

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Nel complesso panorama delle separazioni ad alta conflittualità, emerge con forza l’esigenza di interventi multidimensionali capaci di affiancare alla dimensione giuridica quella relazionale e comunicativa. In tale cornice, la coordinazione genitoriale e i gruppi di parola per figli di genitori separati si configurano come due strumenti distinti ma profondamente sinergici, volti alla protezione del minore e alla promozione di una genitorialità cooperativa.

Coordinazione genitoriale: un sostegno operativo alla funzione educativa condivisa

La coordinazione genitoriale è un intervento specializzato che si attiva nelle situazioni di persistente conflitto post-separativo. Il coordinatore genitoriale, figura terza e imparziale, facilita la comunicazione tra gli ex partner, supporta l’attuazione delle decisioni relative alla prole, e previene l’ulteriore degenerazione del conflitto.

L’obiettivo principale è preservare la continuità affettiva ed educativa nella vita del minore, impedendo che l’ostilità tra gli adulti si traduca in un danno emotivo per il figlio. Tuttavia, pur intervenendo sul piano organizzativo e relazionale, la coordinazione genitoriale non agisce direttamente sul vissuto dei minori, che restano spesso “osservatori silenziosi” del conflitto.

Gruppi di parola: uno spazio per dare voce ai figli

A colmare questo vuoto si inserisce il gruppo di parola, dispositivo psicoeducativo rivolto a bambini e ragazzi tra i 6 e i 17 anni, coinvolti in percorsi separativi familiari. Si tratta di un intervento strutturato, breve e focalizzato, facilitato da professionisti formati, che offre al minore un luogo protetto per esprimere emozioni, bisogni e paure legati alla separazione dei genitori.

L’approccio utilizzato nei gruppi di parola si fonda sul riconoscimento del diritto del minore a essere ascoltato, come stabilito dalla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia (1989) e dalla normativa nazionale (art. 315-bis c.c.). Il gruppo, attraverso attività simboliche, narrazioni e disegni, permette ai bambini di elaborare i vissuti di smarrimento, rabbia o colpa e di acquisire strumenti per comprendere e normalizzare l’esperienza della separazione.

La sinergia tra i due strumenti

L’integrazione tra coordinazione genitoriale e gruppi di parola si rivela strategica per la gestione globale della crisi familiare:

  • La coordinazione genitoriale riduce il livello di conflitto e favorisce una comunicazione funzionale tra i genitori, generando un clima familiare più stabile;
  • I gruppi di parola, parallelamente, potenziano le risorse interne del minore, promuovendo resilienza, consapevolezza e capacità di espressione emotiva;
  • I professionisti coinvolti nei due percorsi possono, in ottica sistemica, condividere (nel rispetto della privacy) le criticità emergenti e suggerire indicazioni reciproche per un intervento integrato.

In particolare, i feedback provenienti dai gruppi di parola possono offrire elementi di riflessione preziosi per i coordinatori genitoriali, ad esempio su tematiche ricorrenti nei racconti dei bambini (sensazione di essere “al centro della battaglia”, paure legate al cambiamento, desiderio di stabilità), utili per orientare gli incontri con i genitori verso una maggiore consapevolezza dell’impatto delle loro scelte sul vissuto dei figli.

Buone prassi e prospettive

La combinazione della coordinazione genitoriale e dei gruppi di parola porta a una riduzione del contenzioso, a una maggiore compliance genitoriale e, soprattutto, a una maggiore tutela del benessere psicologico del minore.

Per garantire l’efficacia di questa integrazione, è fondamentale:

  • Formare in modo congiunto i professionisti dei due ambiti (psicologi, assistenti sociali, coordinatori);
  • Favorire la comunicazione interprofessionale, nel rispetto della deontologia;
  • Prevedere protocolli di intervento coordinato, in sinergia con i tribunali e i servizi territoriali.

In un’ottica centrata sul minore, la combinazione tra coordinazione genitoriale e gruppi di parola rappresenta un modello di intervento integrato e multidisciplinare, capace di coniugare il bisogno di strutturazione delle relazioni genitoriali con il diritto del bambino a comprendere, esprimersi ed essere ascoltato. Si tratta, in definitiva, di due strumenti complementari che, agendo su livelli diversi ma comunicanti, contribuiscono a ricostruire legami familiari più sani, protettivi e sostenibili nel tempo.

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