Nel contesto delle trasformazioni sociali e culturali che hanno investito la famiglia contemporanea, la genitorialità non è più un dato biologico o sociale dato per scontato, ma una funzione che si costruisce, si negozia e, talvolta, si disgrega. In particolare, nei percorsi separativi ad alta conflittualità, la genitorialità rischia di essere contaminato e compromesso dal conflitto coniugale, con conseguenze spesso gravi sul benessere psico-emotivo dei figli.
La genitorialità oggi: tra scelte libere e fragilità relazionali
Nel passaggio dalla “famiglia istituzione” alla “famiglia relazione”, i ruoli genitoriali sono diventati più fluidi e simmetrici, ma anche più esposti alla precarietà delle relazioni affettive. La genitorialità nella post-modernità è frutto di una scelta individuale e soggettiva, spesso collocata in un progetto biografico personalizzato, con una forte carica simbolica e affettiva, ma meno vincolata a strutture normative o culturali rigide.
Questo contesto favorisce una maggiore libertà di scelta, ma espone anche la funzione genitoriale a tensioni, fragilità e incertezze, soprattutto quando il legame di coppia entra in crisi.
Conflitto di coppia e funzione genitoriale
La crisi coniugale, e ancor più la separazione conflittuale, rappresentano eventi critici per la famiglia. Quando il conflitto tra i partner si prolunga nel tempo, si intensifica e coinvolge i figli, si assiste a una distorsione della funzione genitoriale, dove la relazione con il figlio viene strumentalizzata per mantenere il legame (patologico) con l’ex partner.
Tale dinamica può dar luogo a:
- Genitorialità disfunzionale o ambivalente, in cui il genitore, mosso dalla rabbia o dal dolore, compromette il rapporto del figlio con l’altro genitore;
- Parentificazione, dove il figlio viene investito di ruoli adulti (confidente, alleato, mediatore);
- Alienazione parentale, fenomeno ancora dibattuto, ma che segnala l’esclusione ingiustificata di un genitore dalla vita del figlio a seguito della pressione dell’altro.
Il risultato è un conflitto genitoriale cronicizzato, che ostacola la costruzione di un ambiente sicuro e prevedibile per i minori.
Il ruolo dei servizi sociali: sostenere la genitorialità, ridurre la conflittualità
Nei contesti di separazione conflittuale, il servizio sociale svolge un ruolo cruciale nella ricostruzione della genitorialità e nella protezione del minore. Gli assistenti sociali operano a più livelli:
- Facilitano il riconoscimento del bisogno del figlio come distinto dal conflitto coniugale;
- Offrono spazi di ascolto e riflessione ai genitori per comprendere l’impatto delle loro azioni;
- Collaborano con la rete dei servizi e l’autorità giudiziaria per promuovere interventi specialistici mirati (mediazione, coordinazione genitoriale, gruppi di parola, spazio neutro).
Strumenti come la coordinazione genitoriale o i gruppi di parola per i minori rappresentano risposte innovative e complementari che permettono di agire sia sul piano operativo che su quello relazionale, promuovendo un esercizio della responsabilità genitoriale che non si esaurisce con la fine del legame coniugale.
Genitorialità e conflittualità sono due dimensioni che, se intrecciate senza consapevolezza, rischiano di generare un clima relazionale tossico per i figli. La sfida è quella di separare la fine del legame di coppia dalla funzione educativa, promuovendo una genitorialità adulta, responsabile e dialogica, anche in presenza di forti fratture affettive.
È in questo orizzonte che il lavoro sociale assume valore trasformativo, accompagnando le famiglie dalla disgregazione alla riorganizzazione, con il minore sempre al centro dell’agire professionale.
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